Il mobbing è un insieme di comportamenti vessatori, persecutori e sistematici che un individuo o un gruppo di individui mette in atto nei confronti di un collega, con l’obiettivo di lederne la dignità, la reputazione professionale e la salute psicofisica.

Il termine deriva dall’inglese “to mob”, che significa “assalire tumultuosamente”. Lo psicologo svedese Heinz Leymann definisce il mobbing come “il terrore psicologico sul luogo di lavoro”.

Dunque, il mobbing sul luogo di lavoro è un insieme di comportamenti vessatori, persecutori e sistematici che un individuo o un gruppo di individui mette in atto nei confronti di un collega, con l’obiettivo di lederne la dignità, la reputazione professionale e la salute psicofisica.

Esempi di comportamenti di mobbing:

  • Comportamenti offensivi e denigratori: insulti, urla, minacce, offese verbali o scritte.
  • Atteggiamenti di ostracismo e isolamento: esclusione da riunioni, eventi aziendali o attività di gruppo.
  • Delega di compiti inutili o degradanti: mansioni prive di significato o al di sotto delle capacità del lavoratore.
  • Controllo eccessivo e vessatorio: continue reprimende, critiche ingiustificate e monitoraggio costante del lavoro svolto.
  • Diffusione di false informazioni e calunnie: denigrare la reputazione del lavoratore con pettegolezzi o accuse false.

Il mobbing può avere diverse conseguenze negative sulla vittima:

  • Stress e ansia: il clima di tensione e terrore può causare ansia, depressione, attacchi di panico e altri disturbi psicologici.
  • Danni alla salute fisica: il mobbing può causare anche danni fisici, come mal di testa, gastrite, insonnia e altri disturbi psicosomatici.
  • Diminuzione della produttività: la vittima di mobbing può avere difficoltà a concentrarsi e a svolgere il proprio lavoro in modo efficiente.
  • Perdita del lavoro: in alcuni casi, il mobbing può portare la vittima alle dimissioni o al licenziamento.
  • Danni alla vita sociale e relazionale: la vittima di mobbing può avere difficoltà a mantenere relazioni sociali e sentimentali.
  • Isolamento e solitudine: la vittima di mobbing può sentirsi isolata e sola, con un senso di impotenza e di sfiducia negli altri.
  • Danni all’autostima: la vittima di mobbing può avere un calo dell’autostima e della fiducia in se stessa. Se sei vittima di mobbing, è importante non rimanere in silenzio. Esistono diverse forme di tutela e di supporto per le vittime di mobbing.

Cosa fare in caso di mobbing:

  • Documenta tutto: raccogli le prove dei comportamenti vessatori, come email, messaggi, lettere, etc.
  • Se necessario, contatta un medico o uno psicologo: possono aiutarti a gestire lo stress e l’ansia causati dal mobbing.
  • Invia una diffida all’azienda: un avvocato può aiutarti a redigere una diffida formale all’azienda, intimandole di cessare i comportamenti vessatori.
  • Valuta l’azione legale: se la situazione non si risolve, puoi adire le vie legali e chiedere il risarcimento del danno.

È importante ricordare che il mobbing non è una condotta accettabile in nessun ambiente di lavoro. Se sei vittima di mobbing, non esitare a chiedere aiuto.

Il mobbing è reato?

Il mobbing, in sé, non è un reato previsto dal codice penale italiano. Tuttavia, alcuni dei comportamenti che lo compongono possono essere ricondotti ad altri reati, a seconda della gravità e delle modalità con cui vengono attuati.

Ecco alcuni esempi di reati in cui può rientrare il mobbing:

  • Maltrattamenti (art. 572 c.p.): punisce chi, in modo continuativo, maltratta una persona sottoposta alla sua autorità, cagionandole sofferenze fisiche o morali.
  • Stalking (art. 612-bis c.p.): punisce chi, con condotte reiterate, minaccia o molesta una persona, cagionandole un perdurante e grave stato di ansia o di paura.
  • Lesioni personali (art. 582 c.p.): punisce chi cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente.
  • Violenza privata (art. 610 c.p.): punisce chi, con violenza o minaccia, costringe taluno a fare, tollerare o omettere qualcosa contro la sua volontà.

La configurabilità di un reato in caso di mobbing dipende da diversi fattori:

  • La natura dei comportamenti vessatori: la loro gravità, la loro frequenza e la loro sistematicità.
  • Le conseguenze sulla vittima: il danno psicologico e/o fisico subito.
  • Il contesto in cui si verificano i comportamenti: l’ambiente di lavoro, le relazioni tra i colleghi, etc.

È importante sottolineare che la valutazione della sussistenza di un reato in caso di mobbing è complessa e richiede un’analisi specifica del caso concreto.

Come posso ottenere il risarcimento del danno per mobbing?

Il mobbing è un fenomeno serio che può avere gravi conseguenze sulle persone che ne sono vittime. È importante conoscere i propri diritti e le forme di tutela disponibili per contrastare questo fenomeno.

Per ottenere il risarcimento del danno da mobbing in sede penale, è necessario seguire alcuni passaggi:

  1. Costituirsi parte civile nel procedimento penale:
    • La persona offesa dal reato di mobbing può costituirsi parte civile nel procedimento penale.
    • La costituzione di parte civile avviene mediante deposito di un atto di citazione in cui si specifica il danno subito e si richiede il risarcimento.
    • La costituzione di parte civile permette di partecipare al processo penale e di chiedere il risarcimento del danno direttamente al giudice penale.
  2. Provare il danno subito:
    • La persona offesa deve provare il danno subito, sia esso patrimoniale (danno economico) che non patrimoniale (danno morale).
    • Il danno patrimoniale può essere provato con documenti, fatture, scontrini, etc.
    • Il danno non patrimoniale può essere provato con la testimonianza di testimoni, con la produzione di certificati medici o psicologici, etc.
  3. Quantificare il danno:
    • La persona offesa deve quantificare il danno subito, ossia indicare la somma di denaro che ritiene di dover ricevere a titolo di risarcimento.
    • La quantificazione del danno è rimessa alla valutazione del giudice penale, che terrà conto di diversi criteri, tra cui la gravità dell’offesa, la diffusione dei contenuti offensivi, il danno subito dalla persona offesa, etc.
  4. Ottenere la sentenza di condanna:
    • Il giudice penale, al termine del processo, emetterà una sentenza di condanna o di assoluzione dell’imputato.
    • Se l’imputato viene condannato, il giudice penale liquiderà anche il risarcimento del danno in favore della persona offesa.
  5. Eseguire la sentenza:
    • La persona offesa, una volta ottenuta la sentenza di condanna, potrà ottenere il risarcimento del danno mediante l’esecuzione della sentenza.
    • L’esecuzione della sentenza può avvenire mediante pignoramento dei beni dell’imputato o mediante altri mezzi previsti dalla legge.

In ogni caso, è importante rivolgersi ad un avvocato esperto in mobbing per ottenere il risarcimento del danno. Un avvocato esperto potrà aiutarti a seguire correttamente tutti i passaggi necessari e a ottenere il miglior risultato possibile nel tuo caso. Un avvocato esperto avrà la conoscenza e l’esperienza necessarie per aiutarti a ottenere il miglior risultato possibile nel tuo caso.

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Se hai bisogno di assistenza legale per una vicenda di mobbing o se sei vittima di mobbing, contatta l’avvocato Alessio Pergola penalista a Torino esperto e richiedi una preanalisi gratuita del tuo caso.